SuSportiamo l'Inclusione

Così “SuSportiamo l’inclusione” ha aiutato la scuola a intercettare le fragilità

La dirigente dell’istituto San Tommaso d’Aquino ringrazia la Rari Nantes Nuoto Salerno, Ai.Bi Amici dei Bambini e la cooperativa Galahad – Centro per la Legalità.

Arrivare direttamente al cuore dei destinatari e consentire alla scuola di intercettare le fragilità per poter essere ancora meglio in grado di realizzare concretamente l’inclusione.

Per Maria Ida Chiumiento, dirigente della scuola San Tommaso d’Aquino, sono stati questi i punti di forza del progetto “SuSportiamo l’inclusione”, realizzato dalla ASD Rari Nantes Nuoto Salerno, con il contributo del Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in partenariato con Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini e il Centro per la Legalità della cooperativa sociale Galahad.

L’obiettivo era proprio quello di favorire il dialogo interculturale e il confronto, grazie ai valori insiti nelle discipline sportive per dire no al bullismo e al razzismo e per spingere i più giovani e le loro famiglie all’accoglienza e alla comprensione della diversità.

L’iniziativa ha avuto un grande successo – racconta la dirigente – innanzitutto per la qualità e poi per lo spirito che l’ha mossa, perché parlare di inclusione è oggi più che mai importante per costruire le basi di una società migliore. E’ stato fondamentale far capire ai più piccoli, ma anche alle loro famiglie, che lo sport non è solo competizione, sforzo o performance, ma anche e soprattutto condivisione e solidarietà ed è un messaggio prezioso per chi magari si approccia a diverse discipline senza comprenderne tutte le sfaccettature anche psicologiche”.

La ricaduta sulla comunità scolastica è stata significativa: Ragazze e ragazzi hanno potuto cimentarsi in tantissime attività, dal nuoto alla street art e questo ha fatto sì che le famiglie, oltre ai diretti interessati, sviluppassero un senso di appartenenza nei confronti del loro essere parte attiva dell’istituto scolastico e gratitudine per un’opportunità formativa unica che molti, magari, non avrebbero potuto permettersi – continua la dirigente – Tanti genitori in difficoltà hanno infatti potuto far vivere queste esperienze ai loro figli e la cosa non era scontata. Inoltre il progetto è riuscito a mettere anche la scuola nella condizione di poter meglio intercettare determinate fragilità in modo da essere pronti a intervenire per costruire una inclusione autentica, a trecentosessanta gradi. Il mio augurio è che iniziative del genere possano ripetersi, perché sono fondamentali per aiutare anche il nostro mondo a svolgere al meglio il suo lavoro. Per questo dico grazie a tutti i partner del progetto con la speranza di incontrarli ancora una volta sul nostro percorso”.

Come diceva Pablo Picasso non bisogna mai giudicare come sbagliato ciò che non si conosce, anzi è fondamentale cogliere l’occasione per comprendere nuovi mondi. E “SuSportiamo l’inclusione” è stato una lente di ingrandimento privilegiata per cogliere tante sfumature e intrecciare nuovi spunti di riflessione.

 

 

 

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