Con grande dolore apprendiamo della scomparsa di Geppino D’Altrui, storico allenatore della Rari Nantes Salerno, medaglia d’Oro ai giochi olimpici di Roma 1960 con il settebello.
Geppino è stata una persona e un allenatore che ha significato tanto per noi della Rari Nantes Salerno. Oggi vogliamo unirci alla famiglia D’Altrui con grande affetto.
Geppino ha formato una delle generazioni più floride della pallanuoto salernitana.
Affidiamo il nostro personale ultimo saluto alle parole di alcuni dei suoi atleti giallorossi, impresse nel libro “100 anni di Rari Nantes Salerno”.
Biagio Agostino:
“La mia Rari era la mia casa. Per noi, ragazzi degli anni ‘50 e ‘60 – che non avevamo nulla di tecnologico e di social – lo sport, il nuoto e la pallanuoto in particolare, hanno costituito il collante di rapporti umani che in questi ultimi tempi sembra non esserci più. Le nostre giornate si svolgevano nella totalità del tempo in vasca con il 𝐌𝐢𝐬𝐭𝐞𝐫 𝐆𝐞𝐩𝐩𝐢𝐧𝐨 𝐃’𝐀𝐥𝐭𝐫𝐮𝐢 𝐜𝐡𝐞, 𝐜𝐨𝐥 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨, 𝐞̀ 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚𝐭𝐨, 𝐩𝐞𝐫 𝐦𝐞, 𝐥’𝐞𝐬𝐞𝐦𝐩𝐢𝐨 𝐝𝐚 𝐬𝐞𝐠𝐮𝐢𝐫𝐞…”
Peppe Casella:
“..il vero salto di qualità fu fatto con l’ingaggio in quel tempo del tecnico Geppino D’Altrui, già campione olimpico da giocatore con il Settebello e 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐮𝐢 𝐧𝐞𝐥 𝟏𝟗𝟔𝟕/𝟏𝟗𝟔𝟖 𝐯𝐢𝐧𝐜𝐞𝐦𝐦𝐨 𝐢𝐥 𝐜𝐚𝐦𝐩𝐢𝐨𝐧𝐚𝐭𝐨 𝐞 𝐨𝐭𝐭𝐞𝐧𝐞𝐦𝐦𝐨 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐜𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐦𝐨𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐢𝐧 𝐁, 𝐜𝐨𝐧𝐪𝐮𝐢𝐬𝐭𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐥𝐨 𝐬𝐜𝐮𝐝𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞 𝐂, 𝐧𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐠𝐨𝐬𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝟏𝟗𝟔𝟖, 𝐚 𝐅𝐢𝐫𝐞𝐧𝐳𝐞, al termine delle gare di spareggio di semifinali e finale. Che emozione per la festa in città e nel mio quartiere Torrione, che orgoglio per mia madre e per la mia famiglia.”
Nicola Borrelli:
“Il primo anno di B avemmo le prime tre partite in casa. Si giocava la sera alle 21 a fine maggio con piscina scoperta (era solo così), acqua a 16/18 gradi (piscina riempita due giorni prima con acqua di rubinetto). Il mister, Geppino D’Altrui (oro alle Olimpiadi di Roma nel ‘60) 𝐜𝐢 𝐝𝐢𝐬𝐬𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐞 𝐯𝐨𝐥𝐞𝐯𝐚𝐦𝐨 𝐫𝐞𝐬𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐧 𝐁 𝐝𝐨𝐯𝐞𝐯𝐚𝐦𝐨 𝐯𝐢𝐧𝐜𝐞𝐫𝐥𝐞 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐞 𝐞 𝐭𝐫𝐞. Le squadre erano Quinto, Bogliasco e Pozzillo. Le vincemmo tutte e tre con lo stesso punteggio 4 a 3. Noi eravamo gli stessi dell’anno precedente ma senza l’amico Camisa che era uno forte, determinante l’anno precedente. Fu una guerra sia per il gioco che per il freddo. Ricordo che tra un tempo e l’altro ci davano del tè bollente che non lo bevevamo, ma ce lo gettavamo addosso per riscaldarci un po’.”
Tonino D’Anna:
“La Rari ha rappresentato la mia gioventù, le amicizie vere che a tutt’oggi resistono, eccome. La maturazione dalla fanciullezza verso la vita di adulto.
Un aneddoto molto personale: avevo 17 anni, avevo sempre giocato a livello junior. Mai giocato in serie C o serie minori. Ebbene, 𝐃’𝐀𝐥𝐭𝐫𝐮𝐢 𝐦𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐯𝐨𝐜𝐨̀ 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐬𝐪𝐮𝐚𝐝𝐫𝐚. Giocavamo a Camogli e contro i liguri, il mister mi fece esordire dall’inizio. Mi tremavano le gambe, in porta al Camogli vi era Merello, leggenda della pallanuoto.
Ci fu sullo 0-0 uomo in più per noi. Dovevamo posizionarci ed ebbi il pallone in mano. Dai sei metri, senza schema, fui abbagliato: tirai e segnai. Non mi sembrava vero.
Mi richiamo D’Altrui pensando che si volesse congratulare, invece mi tirò fuori e mi sostituì.
Avevo sbagliato e me lo spiegò: anche se avevo segnato dovevamo far girare la palla sul perimetro e capii.
La soddisfazione per me che ero alle prime armi fu che il giorno dopo mi svegliai presto per andare a comprare la Gazzetta dello Sport per leggere le formazioni e i marcatori della partita: l’errore aveva dato i suoi frutti!”
Pasquale Rossi:
“…Voglio ricordare i miei Allenatori della RN SALERNO che mi hanno permesso, con il loro insegnamento e competenza di poter partecipare a gare di un certo livello e sono: G. Moscato, Fusco e per ultimo D’ALTRUI Giuseppe.”
Antonio Barela:
“Alla Rari sono legati i ricordi di un periodo della vita in cui la pratica di uno sport si unisce alla spensieratezza e all’allegria dell’adolescenza e della giovinezza. Nitido è, per esempio, il ricordo del conseguimento del titolo di campioni d’Italia di pallanuoto serie C nel ‘68 con il mitico Geppino D’Altrui.”
Gianfranco Camisa:
“La mia attività nella Rari Nantes è iniziata tra la fine del 1966 e gli inizi del 1967. Si trattò di un evento del tutto casuale. Mi ero da poco trasferito a Salerno da Trieste, mia città di origine, e durante un aperitivo al bar della piscina incontrai l’allora allenatore della Rari Nantes, il grande Geppino D’Altrui. “Che fai qua”? mi chiese. Queste semplici parole mi rimasero molto impresse. Avevo smesso di allenarmi da circa un annetto e lui mi invitò a ricominciare. Così ricominciò tutto. Geppino D’Altrui era un ottimo allenatore e un’ottima persona; lavorava molto per migliorare tutto l’insieme della squadra e grazie a lui ci fu una crescita formidabile rispetto agli anni precedenti. Si “creò” una squadra anche all’esterno, un vero e proprio gruppo di amici che ha mantenuto il legame nel tempo, fino ad oggi.”
Gigi Martina:
“LQ Rari è un ricordo cristallizzato nella memoria di chi praticava il nuoto agonistico negli anni ‘60 e ‘70 a Salerno, un ricordo vivo, acceso delle tante ore ai bordi o nell’acqua della piscina del Torrione. L’allenamento e l’acqua gelida del mattino sferzati da “mister” Geppino D’Altrui o la partitella serale e i tiri in porta che terminavano solo quando ci venivano spente le luci.”
Ferdinando Amendola:
“Intere giornate trascorse in vasca ad allenarmi. Don Gigino Moscati, Enzo Fusco e, poi, il mitico Geppino D’Altrui. In estate ci si allenava alla Piscina Comunale, all’epoca scoperta, acqua gelida, al mattino dalle 7.30 alle 9 ed al pomeriggio dalle 16 fino a notte.”
Ciao Geppino, non ti dimenticheremo.