Mercoledì mattina, presso il Comune di Salerno, si è fatto un primo bilancio del progetto “Panthakù. Educare dappertutto”.
Il progetto è stato selezionato dall’Impresa Sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Capofila è Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini e 24 sono le realtà pubbliche e private partner di un progetto selezionato insieme ad altri 85 tra gli oltre 800 presentati sul Bando Adolescenza in tutta Italia. Vincente è stato, sin da subito, l’approccio relazionale, sistemico e intersettoriale che vede protagonisti gli alunni di 4 scuole secondarie di I° grado di Salerno, Santa Maria Capua Vetere (CE) e Castellammare di Stabia (NA), i loro insegnanti, le loro famiglie e le intere comunità dove vivono. A Salerno sono circa 200 gli adolescenti impegnati nelle diverse attività messe in campo. Le due scuole coinvolte sono l’Istituto Comprensivo Calcedonia e l’Istituto Comprensivo Rita Levi Montalcini.
Teatro, danza, musica, sport (calcio a 5, pallavolo, pallanuoto, pattinaggio, basket e dodgeball), scoperta del sé, web radio ed artigianato (cucina, pasticceria, beauty, ceramica, oreficeria e tecnica del suono) sono le “materie” fuori aula che i ragazzi studiano in modo alternativo. A salire in cattedra, nelle ore pomeridiane, sono gli esperti dei singoli settori, allenatori professionisti, educatori ed artigiani. Un vero e proprio team di professionisti con i quali i ragazzi possono mettersi in gioco per scoprire i loro talenti e sperimentare fino in fondo le dinamiche del gruppo come occasione di crescita.
La Rari Nantes Salerno protagonista
Per un gruppo di 24 ragazzi di entrambe le scuole salernitane è iniziata l’avventura con la Rari Nantes Nuoto Salerno di formare una vera e propria squadra. Lo specchio d’acqua di allenamento è quello della piscina Nicodemi di Salerno. I piccoli atleti hanno già iniziato il loro percorso nella “Panthakù Rari Nantes Salerno” e saranno accompagnati fino al 2021 in un percorso di crescita personale e atletica. Appassionare i ragazzi allo sport, insegnare loro l’importanza di far parte di una squadra e quindi di essere “uno per tutti e tutti per uno” è il punto di partenza di questa esperienza.